Nella nostra società della produzione la stanchezza è un grossissimo tabù.
Non ne parla la televisione, non si legge sui giornali, nessuno ci gira un film.
Nella società della produzione, dove anche l'essere umano e le sue mille apparenze, stirato, palestrato, abbronzato, vestito e accessoriato, è diventato a sua volta un prodotto che riverbera se stesso, lo stanco è un non senso e la stanchezza un'eresia, un atteggiamento rivoluzionario, un nemico da annichilire a colpi di Pil, da combattere con la peggiore delle propagande, il silenzio, funzionale alla prosperità del capitale e dei suoi eserciti di discepoli stremati.
E allora, rivoluzionari grandi e piccoli, dichiarate la vostra stanchezza quando la riconoscete, assecondatela perché è la natura.
Sarebbe bellissimo, rovesciare il mondo, e farlo con uno sbadiglio.
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