La circoscrizione 3 del comune di Livorno ha un confine costiero (quello ovest) sul quale, estremità nord a parte (c'è il porto) è tutto un susseguirsi di stabilimenti balneari, interrotti solo da un porticciolo (il Nazario Sauro) e da due "spiagge libere" quella della Bellana e il "moletto" dell'Accademia.
Dette spiagge sono i due soli sbocchi al mare dell'intero tratto cittadino del litorale livornese lasciati a chi non vuole assoggettare il sacrosanto tuffo alle regole del libero mercato, e dei due il primo non è che una lingua di ciottoli già dentro al porto, Livorno "la rossa".
Ieri su questo tratto di costa è stato emesso un divieto di balneazione, pare però siano rimasti esclusi gli stabilimenti balneari Pancaldi e Fiume.
I casi sono due: o chi ha scritto l'articolo che è fonte di questo post (il link è in basso come al solito) non si è espresso in modo chiaro, oppure qualcosa non torna.
Non voglio saltare a conclusioni affrettate, però questa condivisione fra parti balneabili e non del medesimo indistinguibile tratto di mare mi desta un sospetto.
Ho intenzione quindi di chiedere numi a riguardo alla amministrazione comunale, lunedì depositerò una mozione per farmi spiegare cosa sta a monte del procedimento e sopratutto cosa stia vietando all'acqua sita nei luoghi oggetto di divieto di andare in quelli dove la balneazione è consentita.
Perché i casi sono due, o si sta permettendo ad "alcuni" livornesi di fare il bagno dove non si dovrebbe, oppure ne stiamo obbligando "altri" a staccare un biglietto. Stando così le cose, altre ragioni non ne vedo.
Con l'occasione sfrutterei la modesta notorietà di questo blog per lanciare un appello pubblico: a Livorno, caso unico nell'intero panorama nazionale, gli stabilimenti balneari negano l'attraversamento gratuito verso il bagnasciuga, vorrei farci sopra un mozione, ma non ho competenze tecniche.
Aggiornamento: QUI per come è andata a finire.
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