Sulla questione della Tav Torino Lione sono mesi che i politici fanno comparsate e ancora nessuno di loro ci ha spiegato il perché di questa opera, il valore per la comunità, il pregio della sua strategicità. A riguardo ascoltiamo solo la solita propaganda, i soliti dissidenti, gli antagonisti.
Vorremmo saperlo, così, eventualmente per valutare. Deve essere un signor motivo, tale da giustificare il martirio del territorio e dei suoi residenti, anni di cantieri, ed il costo - enorme, 17 miliardi di euro - sostenuto da tutti noi, soldi che sarebbero potuti andare, chessò, agli asili nido, ai doppi vetri delle scuole, ad altri consultori, alla assistenza agli anziani, fossimo in scandinavia, tutto il range del nostro stato sociale anemizza e la politica costruisce le cattedrali nei deserti.
Perché costruire una nuova linea fra Torino e Lione quando queste città sono già oggi compiutamente collegate (peraltro il tracciato attuale lavora al 30%, dato che pare scongiurare la necessità di un tracciato ausiliario)?
L'unico elemento a favore di questa opera pare sia il risparmio di una quarantina di minuti rispetto alla vecchia tratta, quindi la questione, a quanto ne sappiamo, sembrerebbe impostabile in questi termini: E' lecito investire miliardi per far velocizzare la circolazione di persone e merci di 40 minuti?
L'asse Torino Lione rappresenta una porzione del più complesso "corridoio 5" facente parte a sua volta dei corridoi paneuropei. Ad oggi la gran parte dei lavori di queste opere sono fermi a causa della crisi economica, da altre parti quindi vengono date altre precedenze, perchè non da noi?
L'unico elemento a favore di questa opera pare sia il risparmio di una quarantina di minuti rispetto alla vecchia tratta, quindi la questione, a quanto ne sappiamo, sembrerebbe impostabile in questi termini: E' lecito investire miliardi per far velocizzare la circolazione di persone e merci di 40 minuti?
L'asse Torino Lione rappresenta una porzione del più complesso "corridoio 5" facente parte a sua volta dei corridoi paneuropei. Ad oggi la gran parte dei lavori di queste opere sono fermi a causa della crisi economica, da altre parti quindi vengono date altre precedenze, perchè non da noi?
Sarebbe facile quietare gli animi, basterebbe sedersi, che i favorevoli dibattano e che si valuti. Invece niente, il silenzio.
Oppure nessuna argomentazione può giustificare questa opera, e allora rimangono sul piatto solo lo scempio del denaro pubblico, la violenza prolungata su un territorio, l'oggettiva contrarietà dei valsusini e i sorrisi arroganti dei signori del cemento e dei loro pupazzi.
Quando la politica schiera le forze dell'ordine invece spiegare le proprie ragioni a parlare non è lo stato ma la mafia.
In Val Susa serve un referendum, lo dico soprattutto nell'interesse di chi oggi mira a buttare la situazione in vacca, la strategia si sta volgendo contro, ieri i NoTav erano i valsusini, oggi lo è un italiano su cento e di questo passo fra qualche tempo questo movimento farà impallidire qualsiasi Occupy, con la differenza che qui siamo tutti politicamente orientati.
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