Anni fa via Accademia Labronica era una strada tranquilla e decorosa, due controviali separati da un duplice filare di pini. Fu stravolta qualche anno fa da un parcheggio a lisca di pesce, tirato su alla bell'e meglio, proprio dentro alla zona a verde.
L'opera doveva dare una "risposta veloce" alla messa a divieto di sosta dei due controviali (con le auto in sosta lungo i marciapiedi non ci passavano le autopompa dei vigli del fuoco).
Il progetto del parcheggio fu probabilmente appaltato a un quadrumane, hanno realizzato una corsia di scorrimento interna quando invece potevano far parcheggiare le macchine direttamente dai controviali raddoppiando così la disponibilità di posti auto. Hanno poi evitato di asfaltare, così dopo pochi giorni di piogge gli pneumatici delle vetture avevano già scavato nel terreno solchi così profondi che l'amministrazione fu costretta a gestire una ulteriore emergenza, e, per tamponare momentaneamente la situazione, fu steso sulla nuda terra un manto di terreno auto-compattante, che ha finito per garantire ai residenti anni di polvere nella stagione secca e di acquitrini in quella umida.
Questa situazione di degrado, che colpisce indistintamente tutte le persone che orbitano sulla via, ha inoltre una ulteriore sensibilità.
Infatti con la creazione del parcheggio furono rimosse alcune panchine, le uniche rimaste si trovano nel tratto di strada che "va a morire" lungo il marciapiede di viale della Libertà. Lì c'è un fazzoletto di terra, pochi metri quadri, risparmiato dalla conversione.
Queste panchine sono sempre occupate dagli anziani che vivono nei pressi della strada, molti di questi, lo dico per conoscenza diretta, sono appena autosufficienti e sfruttano quelle panchine perché non se la sentono più di attraversare la strada che conduce al parco pubblico di Villa Fabbricotti.
Il parcheggio di via Accademia Labronica è saturo h24, e spesso chi non trova posto sceglie incivilmente di salire la zannella che porta a questo fazzoletto di terra e parcheggia li, fra le panchine. Bastano due vetture e gli anziani, dopo aver subito lo sfratto dalla zona a verde ad opera delle scatolette di latta, dopo essere stati costretti a respirare polvere e ad infangarsi le scarpe a mesi alterni, si ritrovano anche a sedersi sulla panchina strusciando le ginocchia sulle auto parcheggiate.
Mi sono sentito con il collega responsabile della commissione assetto del territorio, e insieme abbiamo firmato un atto per inibire l'ingresso alle auto dal lato del parcheggio, magari chiudendo con altre panchine.
In attesa che l'atto passi dal Consiglio sono intanto intervenuti i vigili urbani, almeno così mi hanno riferito dalla Circoscrizione.
Aggiornamento: Qui per sapere come è andata la discussione dell'atto in consiglio.
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