Ognuno ha il suo Vietnam, quello del trasporto pubblico livornese si chiama viale della Libertà. Si tratta dell'asse di penetrazione sud-centro, che scorre dentro a una sede stradale a doppio senso di marcia troppo stretta per poterci ritagliare una corsia bus. Così gli autisti dell'Atl sono costretti a scorrere col traffico, accumulando nelle ore di punta ritardi cronometrici ad ogni macchina parcheggiata in divieto di sosta.
Per tentare di risolvere questo problema gira (già da alcuni anni) un progetto per trasformare viale della Libertà da doppio senso di marcia a senso unico. Si intende creare una corsia bus sottraendola alla circolazione nord-sud.
Per quanto mi riguarda questa idea la quoto 100, e tacerei se non fossi una persona che orbita quotidianamente su quel tratto di strada. Sono favorevole perché ritengo giusto anteporre il trasporto pubblico a quello privato, sia per motivi sociali che di sostenibilità ambientale, anche se non credo che da sola una linea più rapida possa essere disincentivante all'uso delle care scatolette di latta motorizzate.
Ma non è questo il succo del discorso, quello che voglio stigmatizzare con questo post è il comportamento della maggioranza in Circoscrizione, dove del senso unico in viale della Libertà non se n'è mai parlato.
Comunque, nella mancanza della ufficialità, la consapevolezza degli intenti comunali è emersa poco a poco. Dapprima regnava una asimmetria informativa e la notizia veniva telegrafata fra i palati afoni di una marcata élite della maggioranza, mentre per gli altri, quelli che sbecchettavano le sforbiciate dei discorsi di quelli con gli agganci più in alto, questo fatto è girato per un po come una sorta di leggenda metropolitana, come la fine del mondo del calendario Maya.
Poi, a poco a poco, fra una fotocopia dei nuovi percorsi dei bus e una di un progetto per una pista ciclabile (dove in barba alle congetture viale della Libertà appariva solo con la freccia sud-nord) la cosa è diventata tangibile anche per chi aveva occhi per vedere.
Alcuni giorni fa poi la cosa mi è stata confermata a quattrocchi da una "fonte autorevole" quindi siamo agli sgoccioli.
Arrivo quindi al succo del discorso: Questo modo di gestire la cosa io posso catalogarlo con un solo termine
paura.
S'è avuto paura di affrontare l'argomento nelle sedi istituzionali, magari per non dare spazio alla opposizione per cavalcare il dissenso dei concittadini residenti. Quindi s'è abbozzato. Per come la vedo io, se il motivo è stato davvero questo (io non ne vedo altri) sul viale della Libertà abbiamo commesso un tragico autogol, e l'opposizione ha vinto a mani basse, senza neanche darsi il disturbo di lavorare.
Questo perché una bella mattina un migliaio di livornesi, quelli che orbitano su viale della Libertà, si sveglieranno con la corsia nord-sud chiusa al traffico, cadranno dalle nuvole, e si incazzeranno. E avranno ovviamente ragione.
Non sarebbe stato meglio affrontare di petto questo cambiamento? Se la paura era la propaganda della destra l'antidoto era la strada, un gazebo in piazza Aldo Moro e il dialogo con i concittadini residenti.
Molti, quelli che non usano il bus, non avrebbero approvato, ma sono convinto che pur nella contrarietà a questa iniziativa, avrebbero comunque osservato questo "mettersi in gioco" della loro istituzione, e sono convinto che questo lo avrebbero apprezzato, allo stesso modo in qui domani stigmatizzeranno ed apostroferanno questi silenzi.
L'alternativa è fra una cittadinanza informata e una tenuta all'oscuro circa un evento che modificherà il loro quotidiano, l'alternativa è fra erigere o abbattere dei muri.
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