28 gennaio 2012

Breve critica democratica sui costi diretti e di sostentamento sopportati dallo studente all'interno del sistema universitario italiano

E' la maggiore risorsa, il maggiore valore, lo specchio di qualsiasi comunità, il primo mattone, lo stesso per tutti, sul quale ogni individuo edifica la propria realizzazione futura, per questo motivo va protetta e difesa strenuamente dagli attacchi liberisti, soprattutto riguardo la sua qualità.

Il nostro attuale sistema universitario, generato da una matrice patrizia, non garantisce le pari opportunità a tutti gli studenti. La strada che porta al livellamento di queste differenze non è in realtà molto lunga, spiace però osservare che la direzione presa dalla politica sia rivolta nella direzione opposta. Cosa serve al sistema universitario affinché questo possa offrire pari opportunità a tutti gli studenti italiani? Gli ostacoli da rimuovere sono rappresentati dai costi che incidono sulla vita universitaria dello studente, non solo da quelli diretti, ovvero le tasse universitarie e i libri di testo, ma anche da quelli necessari per il suo sostentamento, le spese per il vitto e l'alloggio. Questi costi, essendo fissi, non incidono in uguale misura su tutti gli studenti perché si coniugano con redditi familiari differenti e finiscono per tradursi in uscite che colpiscono le famiglie in maniera asimmetrica, avvantaggiando indirettamente quelle che hanno più mezzi. Per restituire pari opportunità agli studenti serve indicizzare questi costi ai redditi complessivi delle famiglie di provenienza, partendo dalla donazione per i ragazzi espressione delle fasce sociali più deboli ed in pari con gli studi. Questo sistema secondo me non può transigere dalla statalizzazione di almeno la fascia più bassa di questi mercati. Servono mense, ostelli, e serve un coinvolgimento diretto delle università, senza permettere a queste il ricorso a principi di sussidiarietà. Come trovare i capitali necessari per consentire agli atenei di sostenere questi nuovi costi? Una risposta potrebbe essere rendere le università più piccole e quindi meno onerose per la collettività. Come coniugare il rispetto di quanto detto con la tutela del diritto espresso all'articolo 34 terzo capoverso della nostra Costituzione? La risposta potrebbe essere quella di estendere lo sbarramento in ingresso a tutto il sistema, selezionando "a monte" gli studenti migliori, senza aspettare quello che comunque osserviamo "a valle" con gli abbandoni, pratiche anch'esse asimmetriche perché fra i molti studenti che rinunciano non è raro trovare chi smette per non continuare a pesare economicamente sulla propria famiglia. Riguardo le tasse universitarie andrebbe trovata una ricalibratura congrua alla reale possibilità di spesa delle famiglie, partendo dalla gratuità per gli studenti espressione delle fasce sociali svantaggiate in pari con gli esami. Le minori entrate potrebbero essere compensate dalle fasce benestanti, e da un forte incremento man mano che il proprio percorso "si scolla" dal parametro oggettivo. All'incremento delle tasse si potrebbe unire quello del vitto e dell'alloggio, questo per dissuadere chi ha inteso l'università come una sorta di parcheggio sociale. Il sistema delle borse di studio infine diverrebbe inutile e potrebbe così essere abolito. Un modo formidabile per stimolare anche le fasce sociali più deboli, che avrebbe applicazione ancora più a monte di quanto fin qui detto, è sicuramente il reddito da lavoro studentesco. Servirebbe uno sforzo da parte della comunità, che avrebbe come conseguenza un sistema aperto e pienamente democratico.

In questo modo avremmo università che selezionano i ragazzi migliori per i loro ambiti, riuscendo a salvaguardare quelli che oggi, pur nella loro eccellenza, sono costretti a cedere. Gli studenti, liberate le famiglie dal vincolo della spesa, sarebbero liberi e farebbero la loro parte, starebbe agli altri attori, dai docenti al ministero dell'istruzione, l'arduo compito di chiudere il cerchio, e di riportare nei ranghi il nostro sistema universitario, una istituzione fondamentale per il futuro della società.  
#università

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